mercoledì 21 agosto 2013

Io la conoscevo bene

La prima volta che l'ho sentita nominare ero una bambina.
Mia nonna paterna, classe 1912 o giù di lì, dava per certo che abitasse in piazza a Peretola.
Ogni volta che la nominava l'uditorio si sperticava in grasse risate.
Poi sono cresciuta, e per un po' non ne ho più sentito parlare.
La professoressa di lettere delle prime due classi delle medie giurava che fosse una vicina di casa della madre, forse la madre abitava a Peretola, non mi è dato di saperlo. Ma ormai doveva avere i suoi anni.
Ne avevo persa qualunque traccia durante gli anni delle superiori, ma l'ho reincontrata in grande spolvero quando ho cominciato a lavorare.
Il collega della casa editrice per la quale vendevo enciclopedie porta a porta affermava di averle venduto una pubblicazione sull'erboristeria;
il commercialista dove facevo pratica di contabilità giurava di averle fatto la dichiarazione dei redditi;
il dirigente dell'impresa edile presso la quale ho lavorato per due anni le aveva venduto un appartamento, il presidente della stessa impresa, che era cancelliere civile in tribunale, sosteneva di aver avuto a che fare con una causa che la vedeva parte lesa;
la conosceva bene anche uno dei soci del centro elaborazione dati dove lavoravo prima di vincere il concorso;
al Ministero sostenevano che abitasse in provincia.
E, al solo pronunciare delle sue generalità tutti morivano dal ridere.
Quando mi sono sposata e sono venuta ad abitare a Torino credevo di essermene liberata.
Giammai, ormai ultracentenaria si era trasferita anche lei e mia suocera raccontava di quando le calcolava la busta paga di operaia della Grande Azienda Automobilistica.
Ovviamente ho lavorato con gente che aveva liquidato la sua pensione, ma non mi è mai capitata sotto mano la sua istanza per l'invalidità civile.
Credevo che fosse morta, ormai, ma appena ieri mi è stato giurato che figura nelle liste elettorali del comune.
Aspetto di conoscere il tipografo che stamperà il suo annuncio funebre e il marmista che, sghignazzando, le preparerà la lapide.
Ma evidentemente sono l'unica che non la conosce personalmente.
Mi rivolgo a chi legge perché a questo punto la curiosità mi attanaglia le viscere, se qualcuno ha una sua foto, un'immagine, un ritratto a china, olio, tempera, carboncino, acquerello o che altro me lo faccia avere, perché io devo vedere che faccia ha, visto che ormai da oltre 40 anni la sento nominare da tutti, tutti la conoscono, tutti hanno avuto a che fare con lei tranne me.
Cerco le prove dell'esistenza della Signora Domenica Melalavo coniugata Piazza.
Altrimenti conosciuta come Melalavo Domenica in Piazza.

P.s.: vanno bene anche immagini che certifichino inconfutabilmente l'esistenza dell'altra tapina meglio conosciuta come Rosa Culetto coniugata Vasino, alias Culetto Rosa in Vasino. Anche lei la conoscono in parecchi, a quanto sembra-

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