giovedì 15 agosto 2013

Co' 'a pummarola ' coppa.

Nella mia famiglia di origine il rito della salsa di pomodoro ha radici antiche.
La Nonna Sbullonata già dalla metà di luglio perlustra i mercati e i supermercati a caccia dei pomodori San Marzano migliori, valutando attentamente il rapporto qualità prezzo e il grado di maturazione.
Poi ingaggia una vicina di casa automunita per l'approvvigionamento e torna a casa con una decina di cassette, a questo punto entra in scena la Zia Quicquia che immediatamente critica l'acquisto in quanto i pomodori sono
  • troppo piccoli;
  • troppo grandi;
  • poco maturi;
  • troppo maturi.
Seguono un paio d'ore di lite tra le due che si concludono con l'affermazione perentoria della zia "Si vedrà cosa ne esce di buono!".
Il giorno dopo le due si trasformano in stregonesse estraendo da chissà dove un enorme pentolone di alluminio dove per ore sobbolle la misteriosa miscela con una sorella a turno che la rimesta con il cucchiaio di legno lungo ottanta centimetri.
Quando la cottura della mistura viene ritenuta adeguata le due estraggono ancora un misterioso marchingegno, il fantomatico "passapomodoro" che riesce pure a separare le bucce e i semi dalla polpa e cominciano a ridurre il tutto in purea che poi versano religiosamente negli appositi barattoli.
L'operazione di sterilizzazione in pentoloni di acqua bollente chiude il tutto, lasciando le due stremate in una cucina invasa da barattoli rossi, e alla fine della giornata, come ogni anno, annunciano ufficialmente che sarà l'ultima volta, che dal prossimo anno andrà benissimo quella del super che non ha mai ammazzato nessuno.
Tanto sanno che non è vero, entrambe non riescono a mangiare altro che QUELLA salsa di pomodoro, qualunque altra verrà considerata troppo pallida o troppo rossa, troppo dolce o troppo acida, troppo o poco di qualunque cosa.
Avendo vissuto per 35 anni tutta la manfrina avevo giurato e spergiurato che mai nella mia vita, la salsa di pomodoro la si fa al momento in padella, un po' di aglio, un po' di basilico, un po' di peperoncino e va benissimo. Ovviamente le due non sono d'accordo, e ogni anno mi foraggiano di barattoli perché i loro preziosi nipoti non vadano incontro a infezioni intestinali mangiando la salsa che cucino io.
Orbene, quest'anno un collega di Emmemaxi si è dato all'agricoltura e a quanto sembra si è rivelato uno specialista nella coltivazione del pomodoro San Marzano. Da una settimana e oltre il marito torna a casa con un sacchetto di pomodori appena colti. I San Marzano sono i miei preferiti anche in insalata, ma quando hanno riempito il cassetto della verdura e hanno invaso i ripiani del frigo ho capito che era giunto il momento di rimangiarmi il giuramento e cimentarmi nella preparazione della salsa. Doverosamente istruita dalla Nonna Sbullonata per telefono, e dopo una successiva chiamata della Zia Quicqua che mi ha detto come vanno "veramente" fatte le cose, complice un ozioso ferragosto cittadino mi sono messa all'opera.

Ricetta della salsa di pomodoro sbullonata

Le dosi sono rigorosamente empiriche.
Il pentolone usato è una pastaiola da cinque l., ovviamente senza il colapasta.
Pulite e pelate quattro carote medie, tre gambi di sedano,
una cipolla bianca grande,
foglie di basilico a piacere.
Fate a pezzi grossolani la verdura e qualche pomodoro,
bagnate con poco olio e.v.o. e un po' d'acqua,
lasciare ammorbidire a fuoco basso per una ventina di minuti,
aggiungere il resto dei pomodori a pezzi, una presa di sale
e un cucchiaino di zucchero.
Fate prendere bollore e abbassate il fuoco.
Disponetevi a una lunga attesa mentre le verdure cuociono,
i pomodori si disfano,
l'acqua di vegetazione è quasi completamente assorbita.

E fino qua tutto bene, mi sono pure fatta la manicure mentre aspettavo. I dolori sono cominciati quando è arrivato il momento di passare il tutto. No, noi non abbiamo la macchina miracolosa che scarta le bucce e i semi e riduce tutto il poltiglia. Ho avuto la malaugurata idea di utilizzare il robot da cucina, nello specifico la lama per fare le verdure alla julienne. Ne abbiamo ottenuto pochi cl di acqua rossa e un budino al pomodoro e verdure che non passava dalla lama.
Abbiamo rimescolato il tutto e siamo ricorsi al vecchio passatutto, il marito ha lavorato di muscoli e pazienza finché non ha ottenuto la salsa.
A quel punto la cucina sembrava il set di un film di Quentin Tarantino, la gatta si era nascosta sotto il letto e noi avevamo deciso che d'ora in poi solo pasta in bianco.
Ho riempito i barattoli aggiungendo ancora un paio di foglie di basilico fresco, li ho avvolti in panni puliti e fatti bollire per 40' coperti d'acqua fino a un paio di cm. sopra il coperchio.
Due sono stati recidivi e li ho dovuti bollire per due volte, non ne volevano sapere di fare il famoso "clack" che sigilla il tutto.
Alla fine di una dura giornata di lavoro e sudore questo è il risultato
Sei succulenti barattoli di salsa assolutamente genuina e home-made.
Sei barattoli, una giornata di lavoro.
Sei barattoli.
Stremata sul divano annuncio che questa è l'ultima volta, dal prossimo anno andrà benissimo quella del super che non ha mai ammazzato nessuno.

3 commenti:

  1. Evviva la salsa di pomodoro fatta sul momento!!!!
    Elisa

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  2. Non puoi capire, hai risvegliato in me dolorosissimi ricordi di quando mia madre faceva "sa cunserva" prima con la madre e una zia e gli anni dopo con delle cugine. Odiavo quel rosso appiccicoso che regnava ovunque, sembrava che nessun angolo della casa ne fosse immune. Quando poi capitava che si facesse all'aperto in campagna, il fornellone su cui bolliva l'acqua per sterilizzare mi terrorizzava. Mi chiedevo sempre chi glielo facesse fare a "quelle lì" di sobbarcarsi una giornata di fatica e caldo immane. Perché, anche se loro la salsa la facevano agli inizi di settembre, c'era sempre caldo come a luglio. Mi chiedo, poi, come facesse mia madre a non buttare noi figlie e nostro padre fuori di casa quando per fare il sugo era costretta ad aggiungere un barattolo di pomodori pelati perché, a nostro dire, la salsa era sempre troppo chiara e insipida. Massimo rispetto per la vostra impresa, quindi, io proprio non ce la farei!

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  3. Scommettiamo, invece, che l,anno prossimo ci ricascherai?

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