domenica 28 luglio 2013

I bimbi crescono - e le Sbullonate imbiancano.

No, non parlo dei miei bimbi. Parlo dei "Bimbi" con la b maiuscola.
Eravamo fidanzati da un paio di mesi quando il mio futuro marito decise che ero pronta per essere presentata ai Bimbi.
I Bimbi sono i cugini di mio marito, figli del fratello di sua madre, lo Zio Artista, e della Zia Lilli, che ne ha cresciuti ben sette riuscendo a mantenere una calma invidiabile e senza mai alzare la voce con uno di loro. Il quarto di loro purtroppo non l'ho mai conosciuto, se ne è andato a 16 anni all'improvviso, dopo un pomeriggio di giochi con i fratelli, strappato alla sua famiglia da una cardiopatia congenita e da un'ambulanza arrivata troppo tardi.
Quando li ho conosciuti erano già in sei, il più grande aveva 21 anni e la più piccola, figlioccia di Emmemaxi, solo 9.
Ricordo con terrore quando me li trovai schierati davanti a me, seduta all'enorme tavolo che usano per i loro sempre affollati pasti, in fila in ordine di età, curiosi come scimmie di conoscere la nuova fidanzata del cuginone. Avevano eletto il maggiore come portavoce, fui sottoposta a un fuoco di fila di domande e, una volta appurato che non sembravo in grado di nuocere decisero che potevo andare e mi accettarono come parte integrante della loro famiglia.
Per me andare a trovare i Bimbi è sempre stato motivo di gioia e lo è diventato anche per gli Emmedue, che adorano i loro prozii e i loro biscugini, adesso il più grande ha 35 anni e la minore ne ha 23, ma continuano a essere i Bimbi, pronti a giocare a calcio, acchiappare girini e costruire condominii in lego, anche se tra di loro ormai si vantano un paio di ingegnerii, un architetto, un artista del restauro conservativo, un'insegnante di ruolo nella scuola materna specializzata nel sostegno a bambini autistici e una ragioniera che parla correttamente un tot di lingue.
Il tavolo della cucina ha continuato a ospitare pranzi affollati, ma da qualche anno non ospita gli amichetti di scuola o di scout ma fidanzati e fidanzate, qualcuno è stato in transito, qualche altro si è fermato.
Ieri si è celebrato il primo matrimonio dei Bimbi, in realtà si è sposato il terzo in ordine di apparizione, il primo è uno scapolone impenitente o quasi e il secondo convive con la fidanza storica, prima o poi si sposerà ma non hanno molta fretta.
E devo dire una cosa, quando l'ho visto tutto in ghingeri attendere la sposa all'altare e me lo sono ricordato quando l'ho incontrato per la prima volta, con una luce furba negli occhi quasi da orientale e la mania per l'ordine - moglie del cugino, hai un marito che a 15 anni si puliva la scrivania con il glassex dopo aver fatto i compiti, non sai che fortuna hai! - ho nascosto una lacrimuccia dietro al ventaglio opportunamente fornito per sopravvivere a quel fetentone di Caronte che picchiava di brutto.
E io ai matrimoni non mi commuovo quasi mai.
Quasi.

P.s. Poi, ovviamente, mi son ripresa e al pomeriggio sono andata con la Zia Lilli a fare il sacco nel letto degli sposi e a nascondere un po' di sveglie puntate a ore diverse nella casetta della coppia. Volevo mettere anche i girini nella vasca da bagno ma le neo suocera me lo ha impedito.

P.P.s. La Zia Lilli, mossa a compassione, ha tolto tutte le sveglie meno una che ha dimenticato, solo che si è dimenticata di togliere le suonerie e in piena notte si sono svegliati tutti, tranne gli sposi.

venerdì 19 luglio 2013

Ho un dubbio

Se io prendo un finanziamento e salto anche solo una rata me lo revocano immediatamente. Successivamente non riuscirò ad ottenerne un altro nemmeno se morissi di fame. Sono stata inadempiente e perdo un beneficio.
Se ho un'auto, una moto, un autocarro, un trabiccolo a motore qualsiasi e non pago il bollo prima mi invitano gentilmente a farlo, se non ottemperano parte un bel fermo amministrativo e col trabiccolo a motore posso farci una fioriera, perché se non saldo il debito non posso neppure venderlo. Sono stata inadempiente e perdo un beneficio.
Se mi chiamo Domenico Dolce o Stefano Gabbana e non pago le tasse non dovrei poter avere spazio all'Expo, sono stata inadempiente e perdo un beneficio.
E quelli si indignano.
E altri danno loro ragione.
Mi viene il dubbio che lo facciano perché si chiamano Dolce e Gabbana, si chiamassero Pulce e Poiana (cit.) nessuno prenderebbe le loro parti.
Ma loro si indignano.
Sticazzi.
Poi ci incazziamo con gli extracomunitari che "portano la delinquenza".
A quanto sembra mal tolleriamo la concorrenza, visto che noi la vogliamo pure esporre e esportare.

Ah sì. Quello che dicono di essere di sinistra hanno votato la fiducia ad Alfano. E sono gli stessi che hanno criticato coloro che hanno fatto finta di credere che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Son mica tanto diversi.

giovedì 18 luglio 2013

Io non sono nervosa

Io non mi sveglio quasi mai di cattivo umore. Anche perché prima di capire chi sono, dove sono e cosa faccio di solito si è fatto mezzogiorno. Però nella prima ora dopo la sveglia c'è il pilota automatico che mi fa alzare, lavare, vestire, truccare, svegliare i pupi, urlare loro di alzarsi-lavarsi-vestirsi. Nel frattempo preparo la colazione, controllo gli zaini per la scuola o per il centro estivo, dirimo un paio di controversie mattutine tra i due, nutro la gatta, raccatto panni sparsi per casa urlando che non sono la serva di nessuno. Quando sono di corveé mattutina per accompagnarli punto la sveglia alle 06.15, li sveglio alle 06.45 e di solito per le 07.20 siamo fuori di casa. Meccanismo rodato, strampalato ma efficace.
Talvolta ho bisogno dell'auto e allora, anche se il marito è di turno pomeridiano, li accompagno comunquue io.
Emmemaxi mi dice, ogni sera, di puntare pure la sveglia più tardi, tanto con i bambini mi aiuta lui.
Anche lui ha un meccanismo rodato che lo porta inevitabilmente a fare tardi.
Questa mattina era una di quelle in cui avevo bisogno dell'auto.
Ho messo la sveglia alle 06.45, mi sono alzata e ho cominciato a prepararmi.
La teoria è che anche gli uomini si sarebbero dovuti alzare, far colazione e prepararsi.
Infatti ho sentito il consorte che chiamava la prole: bambini.... è ora!
E lo ha detto per diverse volte, fin quando, alle sette precise, l'ho sentito inveire Emmegrande, adesso basta! Ti ho detto di alzarti!
A quel punto ho capito che la tabella di marcia si era già inceppata. Sono uscita dal bagno in mutande e con il sapone sotto le ascelle strepitando che se il figliolo non si fosse alzato subito lo avrei fatto scendere dal letto a suon di scappellotti.
Il recalcitante pargolo ha raggiunto la cucina dove il marito aveva preparato la colazione, io ho terminato l'operazione lavaggio e cominciato quella vestizione.
Ero appena passata alla fase tre, quella del trucco, quando Emmegrande è piombato in bagno mostrandomi il dito anulare della mano sinistra con aria costernata.
Da classico maschio italico sta facendo delle piste allucinanti per un giradito, una di quelle cose che di solito si curano con un paio di accidenti e che lui pretende di guarire con bendaggi da mummia e pomate antibiotiche.
Devo mettere qualcosa su questo dito, mi fa un male terrrrrrribbbbbbbile! 
Urlo al marito di dare un'occhiata al dito malato, nel frattempo cerco di incipriarmi ma il marito, con la ciotola del caffellatte dinanzi e la tv sintonizzata su RaiNews 24 non da segni di aver inteso. Intanto il figlio sta mettendo a soqquadro il cassetto dei medicinali per cercare bende abbastanza lunghe per la medicazione.
Cazzoooooo!!!!!!!!! Ti avevo chiesto di dare un'occhiata, ma mi hai sentito?
Eh, credevo venisse in cucina a farsi vedere!
Comunque il dito viene incerottato, io mi trucco un occhio e nel frattempo, nel mare di nebbia che costituisce il mio campo visivo quando sono senza occhiali, vedo passare una strana figura imbacuccata.
Piove, ai ragazzini è stato detto di mettersi le giacche prima di uscire, ma Emmepiccola ha indossato pantaloni di felpa, giacchetto di pile ma, soprattutto, LA MAGLIETTA BELLA CHE DEVE INDOSSARE PER IL MATRIMONIO DEL CUGINO!!!!
Spogliati immediatamente!!!!!! E metti a posto quella roba!!!!!
Cazzo amore, al mattino sei sempre nervosa!

Ho il sacrosanto diritto di sentirmi incompresa, nevvero?

mercoledì 10 luglio 2013

Breve prontuario a uso del gentile utente

Gentile Utente,
nell'attesa di sapere se apriremo degli sportelli appositi per te stiamo continuando a sentirci per telefono. La maggior parte delle volte vuoi sapere dove spedire il modulo compilato. Genericamente mi limito a dare l'indirizzo corretto e a raccomandarmi di non dimenticare nessuna parte del modulo stesso, dovessi dirti tutto quello che ritengo giusto probabilmente di azzererei la ricarica del cellulare.
Allora mi permetto di stilare un piccolo prontuario che sarebbe opportuno seguire quando si invia della documentazione per posta, in modo da renderci reciprocamente la vita più facile.
Perché, lasciatelo dire, ho l'impressione che ti piaccia complicartela assai:
  1. Il modulo lo si compila in ogni sua parte. Se ti chiedo l'indirizzo è perché mi serve, se ti chiedo la targa del mezzo è perché ne ho bisogno, il codice fiscale è lungo e tedioso da compilare ma ne ho necessità. Non vale l'escamotage "vedi mittente sulla busta". A parte il fatto che avresti fatto prima a scrivere via e numero civico, oltretutto a volte le buste arrivano con gli adesivi delle ricevute di ritorno, della bollatrice dell'ufficio postale e il mittente non si legge per niente;
  2. Se non usi il modulo prestampato ma scrivi in carta libera la tua domanda sappi che esistono fogli più grandi di un post it, che devo comunque cercare di capire chi sei e cosa vuoi quindi i dati anagrafici sono comunque utili, che non leggo né l'arabo né il cinese, tanto meno la scrittura cuneiforme, quindi, ti prego, se non sei dotato autonomamente di bella grafia fatti aiutare da qualcuno;
  3. Se qualcuno ti chiede un'integrazione della documentazione non rispondere con una busta contentente una fotocopia di un libretto senza alcuna lettera di accompagnamento, perché per tutte le pratiche che seguiamo ci serve il libretto e quindi il tuo documento girerà per mesi per uffici fino a quando non si troverà a chi serve, idem se nella lettera di accompagnamento scrivi "come da Lei richiesto". Siamo in 25, al telefono ci presentiamo con nome e cognome e nessuno si chiama Lei;
  4. La carta da dentro la busta non scappa. E' quindi perfettamente inutile sigillarla con metodi da Art Attack: ettolitri di colla vinilica, chilometri di nastro adesivo, collane di punti fatte con la pinzatrice. Ci metto tre ore ad aprire una busta e alla fine il contenuto ne esce quasi sempre danneggiato;
  5. Quando devi mandare diversi fogli di carta sei pregato di piegarli tutti insieme in un plico unico. Sette fogli piegati uno a zig zag, uno per le linee perpendicolari, uno a fisarmonica e quattro a origami necessitano di un sacco di tempo per essere sbrogliati, letti e impilati nell'ordine giusto;
  6. I bolli auto e i tagliandini delle assicurazioni non devono essere necessariamente a grandezza naturale. Evita pure di ritagliarli lungo i bordi e di infilare in busta due francobolli volatili che spariscono dentro le buste e non si ritrovano più;
  7. Sarebbe carino anche se la smettessi di cacciare i fogli di cui sopra, magari piegati in ordine sparso, nelle buste dei biglietti da visita;
  8. Se non sai cosa significa un termine potresti usare uno di quei cosi chiamati dizionari. Vanno bene sia quelli di carta che quelli in rete. Eviteresti di fare figuracce del tipo "Nome e Cognome: Pinco Pallino - In alternativa ragione o denominazione sociale: SPOSATO".
Come vedi, gentile utente, non sono regole particolarmente difficili da seguire, basta un minimo di senso logico e un po' d'impegno. Mi eviteresti di soccombere sotto quintali di cartaccia e il lavoro scorrerebbe più veloce. Che finché si tratta di una lettera ogni tanto potrei soprassedere, ma quando ogni giorno arrivano circa 200 lettere e io, per 180 volte, mi trovo a litigare con la colla vinilica, a inseguire francobolli di fotocopie, a spianare origami di documenti e a cercare disperatamente di imparare l'arabo per capire cosa vuoi, credici, son cavoli.
Ti saluto distintamente e, quando imbusti, non correre: pensa a me!

domenica 7 luglio 2013

Ogni promessa è un debito

I figli sono in pieno delirio rap-hop-hop-freestyle.
Tutto cominciò un paio d'anni orsono, con Emmegrande che scoprì Fabri Fibra e comiciò a viaggiare con l'emmepitre attaccato alle orecchie canticchiando incessantemente Rap Futiristico. Emmepiccola lo seguì a ruota.
Sono passati indenni attraverso le ondate di One Direction e Justin Bieber schifandoli anche un pochino, roba da ragazzini, tuonano dall'altezza dei loro undici e quasi sette anni. Loro sono uomini, non hanno tempo da perdere dietro a questi fenomeni commerciali creati a tavolino dalle case discografiche (Emmegrande dixit).
A primavera è arrivato il momento di Fedez, e da allora viaggiamo a ritmo di Faccio brutto (ho il ferro sotto la mia tuta da ginnastica - e rime taglienti come le posate in plastica) e Tutto il contrario (E non è vero che hanno ucciso Aldo Moro,aveva solo la camicia sporca di pomodoro) fino al delirio di Cigno nero, per la quale mi costringono a sostenere la parte di Francesca Michelin che flauta la lacrima che brucia il vento la consuma, il nero che mi sporca tanto poi si lava...
E va beh, sono tappe della crescita. Io all'età di Emmegrande impazzivo per Miguel Bosé che si affacciava alla ribalta in jeans aderenti, maglietta bianca e caschetto biondo cantando "Anna". In prima media presi ottimo in inglese perché avevo imparato a memoria tutte le sue canzoni: Anna! How hard is to love you, Anna, I'll never forget you... Quando ho scoperto che Bosé è omosessuale ho avuto un trauma retroattivo.
Un paio di mesi fa, i faccini teneramente imploranti, mi chiedono di promettere che quando Fedez fosse venuto a Torino io li avrei portati al concerto.
Ero stanca, distratta, indaffarata. Ho detto sì, purché avessero avuto buoni voti in pagella.
Mica lo immaginavo che c'era un concerto in programma il cinque luglio.
Le pagelle sono state più che buone, ligia alla promessa e vergognandomi un pochino sono andata al box office a comprare i biglietti. 
Emmemaxi è entrato immediatamente in mood uomo ansia: ai concerti dei rapper c'è pieno di tossici e delinquenti, Emmepiccola non ha ancora sette anni, è troppo presto per buttarlo nella bolgia. Si è calmato solo dopo che ha scoperto che la maggior parte dei fans di Fedez non ha ancora finito la terza media.
Infatti venerdì il pubblico era composto in buona parte da ragazzine appena uscite dalla scuola secondaria iin piena crisi ormonale e da un nutrito gruppo di scolari della quinta elementare, tra i quali i soci storici di mio figlio. Il resto erano genitori dall'aria perplessa che si spiavano ansiosamente con l'aria di chi vuol far capire che si è li esclusivamente per fare un favore alla prole, anche se quando il cantante si è presentato sul palco a torso nudo ho visto diverse paia di occhiali materni appannarsi improvvisamente.
Reduce dal concerto dei Muse ero preparata al peggio, ma devo dire che il ragazzino non ha dei brutti testi e che comunque sa come si tiene un palcoscenico. E poi a me l'hip hop piace non poco, ho una passione per gli Articolo 31 e per JAx dai tempi di Maria Maria. 
E comunque ne valeva la pena, anche solo per vedere queste facce così assurdamente felici:

quello sotto a Emmepiccola è Emmemaxi, assunto come piedistallo privilegiato per il pargoletto altrimenti sovrastato dal resto delle 5000 circa persone presenti.
 
Da qualche parte dovevano comunque cominciare, evidentemente sono bestiacce da concerti come mammà. D'ora in poi so chi portarmi dietro quando ci sono quelli che mi interessano.

mercoledì 3 luglio 2013

Io non sono contro nessuno

Quando ho cominciato a lavorare in pieno centro ero entusiasta.
Sognavo di impiegare la mia risicata mezz'ora di pausa pranzo in costruttive passeggiate, visite nelle vicina libreria storica, caffè nei sontuosi locali risorgimentali e giri per vetrine.
I miei sogni sono durati lo spazio di una settimana.
Adesso mangio nella premiata trattoria "Sala riunioni dismessa" con qualche collega e bevo il caffè alla bastardissima macchinetta, la sigaretta post-prandiale me la fumo sul ballatoio del cortile interno.
Pigrizia?
No, incazzatura delle peggiori.
Perché non è possibile che ogni sacrosanta volta che mi affaccio guardinga al portone dello stabile venga immediatamente arpionata da giovani ambosessi di bell'aspetto e garbate maaniere che immediatamente mi chiedono "Le posso fare una semplice domanda? Lei ha qualcosa contro..." aggiungere a scelta:
1) Gli ex tossicodipendenti;
2) Gli ex carcerati;
3) Le ragazze madri;
4) I genitori di bimbi disabili;
5) Gli orfani di padre, madre o entrambi i genitori.
Dopo che tu, gentilmente, rispondi che non hai niente contro alcunchì attaccano la tiritera della comunità di accoglienza, recupero, mutuo aiuto della quale fanno parte e cercano di appiopparti quattro cartoline in serie o due penne di plastica per la modica cifra di € 10.
E diventa difficile scrollarseli di dosso senza essere sgarbati, anche se ce la fai con il primo appena svolti l'angolo ti tocca il secondo. Una volta ho beccato gli orfanelli e gli ex tossici nello spazio di quattro metri di portico, manca poco che si mettessero a litigare per chi mi aveva vista per primo, con un altro tizio sono stata sul punto di chiamare aiuto: mi si era appiccicato come una cozza e pretendeva di controllarmi il portafoglio per verificare che avessi i soldi che voleva.
Non posso fare a meno di pensare che sotto tutto questo business della sfiga ci sia una colossale truffa, un meccanismo enorme del quale questi ragazzi magari sono solo gli ultimi ingranaggi, studenti o disoccupati che cercano di tirare su qualche euro, sono decenni che la domanda "Lei ha qualcosa contro" incombe su di noi a ogni passeggiata in centro, e mi sembra impossibile che nessuno possa o voglia fare qualcosa. Qualcuno sta facendo probabilmente soldi a palate pescando dai nostri portafogli con l'aiuto di ragazzi ai quali andranno, forse, le briciole.
Ora, nell'attesa che chi di dovere affronti il problema come si deve, vorrei dire due parole a questi figlioli:
io vi ammiro, in un certo senso, perché mettete la vostra faccia esposta alle incazzature della gente come me, non ho niente contro nessuna categoria, ma la beneficienza la faccio come e quando voglio io.
Quindi non foraggerò né voi né chi vi mette nel mezzo di strada, e non per cattiveria ma perché mi rifiuto di contribuire a questa truffa, oltretutto dovessi dare dieci euro a tutti ogni volta che me li chiedete mi sparirebbero 30€ al dì, che considerando 22 giornate lavorative in un mese farebbero 660 €. Scusate se è poco.
Non costringetemi ad essere sgarbata, maleducata, a rispondervi come non vorrei. Alla storia del povero orfanello non crede più nessuno, piuttosto denunciate anche voi chi vi mette nel mezzo di strada a fare gli accattoni con la scusa di farvi guadagnare qualcosa.
E scusatemi se d'ora in poi tirerò dritto senza nemmeno rispondervi.