giovedì 25 aprile 2013

Io non mi sento libera

Perché vi siete presi quello a cui tenevo di più. Vi siete rubati le mie illusioni.
Quelle che mi facevano sperare in qualcosa di diverso, in una classe politica migliore, più onesta, che fosse legata non alla cadrega ma all'ideale del bene comune.
Quella che finalmente non avrebbe detto "lui è peggio di me";
quella che non avrebbe urlato ma parlato;
quella che non avrebbe rinfacciato ma fatto;
quella che non avrebbe contato ma su cui contare.
Mi sento polverosa e flaccida come una bandiera rossa appesa sulle travi di una cantina in attesa di poter sventolare al sole, comincio a puzzare di muffa e chissà se sentirò di nuovo il vento buono prima che le tarme mi sbriciolino.
Ieri sera non sono andata alla fiaccolata, lo avrei fatto ma Emmegrande con 39 di febbre ci ha cambiato i piani, ma quella torcia in mano non sarebbe stata per il mio paese di oggi, ma per il Paese che sognavano quelli che sono morti per liberarlo - come vi sentite quando pensate a loro, cari onorevoli? Ma li pensate mai? - e oggi ho appeso il Tricolore dal balcone in loro memoria e in loro Onore.
Ma da qui a essere libera ce ne corre, cara Italia.
E lo penso mentre guardo i notiziari in tv o leggo i giornali, altre elezioni, solite facce, soliti nomi, solite promesse, soliti sederi incollati alle solite sedie. Qualcuno urla un po' di più degli altri, qualcuno forse ha veramente l'illusione che io ho perso, quella di essere lì per cambiare le cose. Peccato che ormai non vedo più persone in parlamento ma burattini e burattinai.
Pinocchio,
Mangiafuoco,
Lucignolo.
Intanto Geppetto senza giacca patisce il freddo e la fame.
Intanto penso alla mia bisnonna Giulia, che fece volare la camicia nera che i tirapiedi del podestà avevano portato per mio nonno e avevano poggiato sul tavolo di cucina. "Io non ci mangio dove c'è stato appoggiato il sudicio!";
penso a mio nonno che si era già scavato la fossa per una di quelle fucilazioni di massa previste dai nazisti per rivalsa, uno di noi = dieci di voi, salvato da un tempestivo bombardamento e da un biondino tedesco che parlava l'italiano e gli disse scappa, ho visto che hai due bambine piccole, scappa;
penso ad Andrea, amico d'infanzia, tutte le volte che passavamo davanti a quel muro sbreccato e bucherellato mi diceva che lì era morto suo nonno, fucilato perché Partigiano.
Dedico questo post alla mia amica Elena, che ha veramente avuto l'illusione di cambiare le cose dal dentro, e per questo è stata ingiuriata, infamata, calunniata e quando ha detto basta non ha gettato la spugna, ha semplicemente deciso di uscirne pulita come ne era entrata.
E alla bambina che qualcuno festeggia oggi, con quel fiocco rosa che è apparso stamane sul portone del mio palazzo di città.
Che lei sia libera veramente.

3 commenti:

  1. Facciamo tutti il tifo per quella piccina!

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  2. Anche io ho provato le tue stesse senzazioni, prima di te, é veramente deprimente, ma quando guardo i miei figli e penso al loro futuro posso solo pensare che che ci salveranno i valori che riusciremo a tramadargli quelli semplici, quelli veri. Un abbraccio claudia

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